L’ 11 Luglio 2018 è stata depositata la pronuncia 18287/18 delle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione sull’assegno di divorzio.
Pochi giorni prima, nella spasmodica attesa riposta da tanti, avevo già scritto una personale nota sulla questione dell’ assegno di divorzio ( la-questione-dell-assegno-di-divorzio/ ). Oggi da avvocato sono lieta di leggere come la Suprema Corte abbia richiamato l’impianto legislativo preesistente. Sono stati ribaditi i principi normativi, costituzionali dell’ istituto del matrimonio.
Nella fattispecie della sentenza 18287/18, è stato accolto il ricorso avverso contro la sentenza della Corte di Appello che aveva negato il riconoscimento dell’ assegno di divorzio secondo i criteri della ormai famosa sentenza 11504/17 ( ex Ministro Grilli ).
Oggi è stato posto un punto preciso nel conflitto giurisprudenziale sull’ interpretazione dell’ art. 5 della Legge 01/12/1970 e successive modifiche ( art. 10 Legge 74/1987) sull’ assegno di divorzio. Sono stati confermati i principi costituzionali di pari dignità e di solidarietà nell’ unione matrimoniale anche dopo lo scioglimento del vincolo. E’ stata ribadita la natura assistenziale, compensativa e perequativa” dell’assegno di divorzio. E’ stato indicato il criterio “composito – integrato” nella valutazione analitica del profilo soggettivo del richiedente .
Nell’ esegesi dell’ art. 5, si dovrà altresì tener conto del sacrificio delle aspettative professionali e reddituali di una delle parti in funzione del ruolo svolto all’ interno della famiglia. Si dovrà tener conto dell’ indicatore di incidenza della relazione matrimoniale sulla condizione attuale e dell’ adeguatezza dei mezzi ed incapacità di procurarseli per ragioni oggettive.
Fattore cruciale sarà la durata del matrimonio nella valutazione del contributo di ciascun coniuge sempre sulla formazione del patrimonio comune e/o del patrimonio dell’ altro coniuge.
L’ accertamento dell’ insieme di tali indicatori, dovrà avvenire attraverso approfondimenti istruttori anche utilizzando i poteri ufficiosi del Giudice della famiglia per questo specifico scopo.
Il principio sancito oggi dalla Suprema corte di Cassazione, riporta al centro della attenzione il contributo dell’ex coniuge nella vita matrimoniale.
Sono fiduciosa che tale sentenza, di orientamento per le prossime decisioni, aiuterà a porre più attenzione nei procedimenti divorzili in generale ed anche in quelli relativi ai diversi modelli familiari che oggi socialmente si stanno evolvendo.
Avvocato Chiara Trapani .